Il mito di Hachiko
All'età di un anno fu regalato alla figlia di professore universitario all'università di Tokyo. Non appena lo vide, il professore Eisaburo Ueno, notando le sue gambe storte, quasi a formare il kanji del numero otto ( 八 che in giapponese è pronunciato Hachi), decise di chiamarlo Hachiko.
Quando la figlia si sposò decise di lasciare il cane al padre, che aveva intanto formato un legame molto stretto con Hachiko.
Ueno andava a lavoro ogni mattina e l'akita divenne il suo fedele compagno di viaggio: ogni mattina accompagnava il padrone alla stazione di Shibuya e, a sera, tornava ad accompagnarlo a casa.
Un giorno Ueno morì in università a causa di un attacco cardiaco, ma il cane continuò ad aspettarlo a Shibuya, giorno dopo giorno, Hachiko andava alla stazione e cercava la faccia de padrone fra le migliaia di passanti. Gli abitanti in zona conoscevano il cane e continuarono a dargli cibo e attenzioni mentre aspettava alla stazione.
La fedeltà di Hachiko ispirò molte persone e nel 1934 fu eretta una statua davanti alla stazione in cui aveva aspettato tutti quegli anni.
Nel 1935 Hachiko morì in stazione e il suo corpo fu seppellito nel cimitero di Ayoama insieme al padrone. Oggi la sua statua è ancora il simbolo della stazione di Shibuya e, ogni 8 aprile, viene tenuta una commemorazione in suo onore.
Fonte: https://www.google.com/amp/s/
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